domenica 18 luglio 2010

Siete pronti per il BIM?

Il post odierno non ha nulla a che vedere con il CAD o con i consueti "tips & tricks". Si tratta invece di un trafiletto scritto su Computer Grafica Tecniche & Applicazioni fascicolo 77 di marzo-aprile 2010, che voglio riportarvi quasi integralmente; spero che Massimo Campari, l'autore, non me ne voglia per questo, ma il testo mi ha così colpito che desidero condividerlo con voi.
E' un po' lungo ma vale la pena di leggerlo fino in fondo. Buona lettura!

Architettura al calcolatore
di Massimo Campari

Certe volte vi sono cose su cui è imbarazzante polemizzare. In questi tempi di crisi emergono le contraddizioni di una realtà complessa ma anche molto confusa. Il paradosso è che in questa crisi pagano molto coloro che vivono e si impegnano nella complessità e molto meno coloro che invece hanno sguazzato e sguazzano nel caos. Ci sarebbe da essere propositivi, positivi, magari per dare un segnale alla neolaureata che scrive della sua disperazione di eterna precaria, che in una fase mondiale di recessione si trasforma in disoccupata senza speranza. Leggi la sua giustissima riflessione, le sue rimostranze, ma poi scopri che ha scelto di "specializzarsi" in un settore altamente dispersivo, ai limiti dell'inutilità, almeno per la sua professione. E' vero, certe volte le polemiche sarebbe meglio neanche iniziarle ma come fai a non dirle certe cose? [...]
"Cara neolaureata capisco la tua condizione e son pronto a spendermi per i tuoi sacrosanti diritti. Chi ti scrive è da molti anni dentro le tematiche del digitale, del virtuale, dell'interattività legata all'architettura...ma mai e poi mai si sognerebbe di pensare e dire che c'è un "architettura digitale", di pretendere che la contemporaneità di un progetto si misuri in effetti speciali di "fumi" e raggi luminosi, che il costo di costruzione esploda per risolvere le forme più contorte ed inverosimili [...]
Vedi, non è che non accetto o non capisco tutto questo, ma non credo siano istanze fondamentali per l'architettura; magari giuste provocazioni, episodi paradossali di ricerca, ma non la prassi. Credo che chi ha detto e ha scritto che c'è un'architettura digitale, dove le nuvolette fumanti sono un segno della sensibilità ambientale, ha una bella responsabilità nei tuoi confronti. [...]
Quanto costa costruire un'architettura? Come si realizza l'obiettivo della sostenibilità, della sensibilità, della trasformazione? Non scherziamo. Non prendiamoci in giro. Realizzare è un processo complesso e meraviglioso in cui certe professionalità potrebbero in modo altrettanto bello dare il loro "specifico" contributo, occupandosi primariamente a risolvere gli aspetti della "realizzabilità", a dare valore di eco-logicità, socialità, contemporaneità, ma con gli strumenti della propria professione, non cercando di sostituirli e sostituirsi a quella degli altri. [...]
Studiamo i meravigliosi maestri: Koolas, Hadid, Scofidio, ma prima di copiarli, capiamoli, tramite i loro prodotti.
Un edificio realizzato come una scultura con casseforme a perdere tutte differenti costa evidentemente uno sproposito, non è esattamente un bell'esempio riproducibile. Una costruzione fatta di materiali che necessitano manutenzione praticamente a ciclo continuo è un'impresa fallimentare per chi lo deve gestire. Cos'è la sostenibilità? Il tizio che fa passare le superfici interattive pensate e fatte in Photoshop e realizzate in realtà con tonnellate di silicio e rame e zinco? Che vantaggio ha realizzare una sala gonfiabile di plastica sotto un museo?
In linea con la cultura dell'apparire abbiamo sperperato in megaopere un patrimonio ridotto, sperando che questo permettesse una visibilità capace di attrarre capitali; ma la crisi è arrivata comunque, ed ha colpito soprattutto te, cara neolaureata, che hai creduto in quella logica, in quei maestri.
Fermateli. Fermatevi. Ricominciamo dal fatto che costruire è trasformare, investire, gestire un "patrimonio"; è poetico lo stesso, basta fare buoni progetti. Magari così però non ci troviamo "eco-eco-mostri" da dover mantenere in vita con l'accanimento terapeutico, e magari col denaro risparmiato possiamo fare altre cose e permettere anche ai neolaureati di fare i professionisti. Insomma, fate fare e fate voi come vi pare, l'architettura contemporanea, digitale, virtuale, materiale ed interattiva è libera di evolversi e procreare, purchè i suoi sviluppatori ne sappiano capire la "sostenibilità". Quanto costa? Quanto consuma? Quanto dura? Come si trasforma? Ecco, questa è la vera impresa nel tempo del digitale.
Ora siete pronti per il BIM."


CGT&A n. 77 - Anno XVI
Marzo - Aprile 2010

2 commenti:

  1. Ciao, non vorrei allargare troppo o essere pessimista, ma le cose "stanno come stanno" ed è bene che ne prendiamo coscienza:
    http://www.ilcoraggiodicambiare.org/2010/06/grande-la-confusione-sotto-il-cielo/

    Non so come cambieranno le cose e cosa sia bene fare per prepararsi, l'unica cosa e cercare di non perdere l'elasticità (ci sarà di cui spezzarsi...) e soprattutto la realtà vera delle cose (a parte quello che ci dicono (e ci dicono di "vendere"), non perdere la capacità di giudizio e critica)

    Buona lettura
    Ciao

    Guido

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  2. Ben Guido, che dire, mi sembra molto pessimistica come visione...se così fosse temo che la soluzione "migliore" sia la terza guerra mondiale come minore dei mali. Staremo a vedere, e nel bene o nel male ne vedremo delle belle!

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